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Secondo Ciclo

La costruzione della distruzione

Anche gli anni duemila iniziano con eventi straordinari: l’attentato riuscito alle torri gemelle trasmesso in mondovisione, la guerra dell’occidente contro l’Irak, le cosiddette “primavere Arabe”(che, in realtà, destabilizzano l’area mediterranea), i bombardamenti sulla Libia da parte di paesi europei e, infine , il raddoppio del canale di Suez (per i più un episodio insignificante).
Tutti eventi che, per la loro particolarità, ci sono sembrati non collegati tra loro e ci hanno lasciato spettatori frastornati, incapaci di comprendere lo spettacolo a cui assistevamo. In quegli anni nasce il ciclo “la costruzione della distruzione”.

 

Ho lavorato a questo ciclo per molto tempo, circa sei anni, realizzando opere che potessero rappresentare in modo esplicito gli effetti drammatici di una crisi senza confini che si evidenzia nelle grandi tragedie umane. Mi è parso chiaro che la distruzione del mondo e delle società precedenti fosse in realtà costruita con sistematica attenzione ai dettagli. Tutto cominciò quando mi chiesi perché alcuni esseri umani, tra cui alcune donne, si trasformavano in strumenti di morte, in “bombe umane” che si facevano esplodere tra i nemici. Non sono state poche le donne Kamikaze dal 1985 ad oggi. Perché, mi sono domandato, la donna che per natura dà la vita decide di dare morte?
Era difficile capire, mi venne in mente la tragedia greca: “l’impossibilità di realizzare la necessità”. La disperata necessità di combattere un nemico imbattibile. Le intelligenti bombe contro le bombe intelligenti.

Pensai che la seconda guerra mondiale aveva avviato un orrendo processo di coinvolgimento di civili innocenti trasformando le guerre, da allora, in veri atti terroristici che si tradussero, successivamente, in qualcosa di ancora più terribile: gli stessi civili trasformati in armi vere e proprie.

 

Cominciai a realizzare un gruppo di piccole sculture in creta e in bronzo: ”le donne esplose”. Realizzai anche sculture che ben evidenziano il concetto di “distruzione   costruita” perché l’apparente immagine caotica dell’opera, (materie spezzate o tese al limite di rottura e incastrate tra loro), è il frutto di un’attenta composizione. Così come la reale sistematica distruzione di una società basata su principi di: uguaglianza, diritti e solidarietà viene realizzata con una precisa e attenta strategia.

 

I lavori furono presentati in una mostra: “I cantieri della crisi” nel 2012 a Roma e Lucca. Realizzai anche, in quel periodo, diverse opere pittoriche in cui il colore nero prevaleva e che furono esposte in una mostra: ”luce nera” a Lucca, quasi un ossimoro a significare la presenza di una possibilità prima che arrivi il buio assoluto.

Opera di collegamento

Ruderi metropolitani

“Ruderi metropolitani” lega il primo ciclo “L’animale sociale” al ciclo “La costruzione della distruzione”. I ruderi sono avanzi di costruzioni lasciati sul territorio, tracce del tempo trascorso, di eventi bellici, di disastri naturali. Sono corpi feriti e menomati. In senso figurato rappresentano quello che resta di cose ma anche di esseri umani e di istituzioni.

Da qualche tempo siamo abituati alla visione di ruderi che sono parti di edifici non completati, veri e propri aborti. Quest’opera, che ho concepito come un “avanzo-costruito”, è l’immagine plastica della volontà del potere sovrastante di ridurre la persona umana a maceria.

Primo Ciclo

L’animale sociale

Cominciai a lavorare ad un ciclo di opere di scultura “l’animale sociale” che era composto da due momenti contigui ma distinti.

Il primo tende alla rappresentazione plastica della condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo che percepisce il cambiamento drammatico e radicale della società in cui vive: “frattura”,“scollamento”,”sconnessione”,”deformazioni” ecc., il secondo segnala una realtà esterna in continuo mutamento che si sovrappone alla condizione esistenziale dell’uomo e che aderisce ad essa deformandola in modo sempre più drammatico.

Le opere di questa fase spostano la tensione espressiva dalla condizione emotiva interiore a quella sociale: “ruderi metropolitani” e “stratificazioni urbane” sono le opere che rappresentano meglio questo passaggio. Questo ciclo che inizia nel 1997 si conclude nel 2007 e si manifesta in due mostre personali. La prima nel 2004 “Tensioni e torsioni” Roma, la seconda nel 2007 “La materia del tempo” Roma.